Artroscopia di ginocchio

Atto sanitario proposto

ARTROSCOPIA DI GINOCCHIO

Il metodo artroscopico permette di entrare, tramite alcuni piccoli fori nella pelle, nella articolazione del ginocchio, con una piccola sonda rigida a fibre ottiche dotata di telecamera e con vari strumenti chirurgici appositamente creati per questa applicazione.

Il ginocchio, durante l’intervento, viene continuamente lavato con una soluzione acquosa sterile permettendo l’osservazione delle strutture interne come se si trovasse dentro un acquario.

Gli strumenti chirurgici artroscopici permettono di eseguire varie manovre per trattare le lesioni che si possono trovare dentro il ginocchio a carico delle varie strutture, quali:

– Lesioni meniscali acute e croniche, sia di origine traumatica sia degenerativa
– Lesioni della cartilagine articolare del femore e della tibia (osteocondrite);
– Lesioni dei legamenti interni del ginocchio (detti ‘crociati’)
– Corpi mobili intra-articolari
– Processi infiammatori della membrana sinoviale e “pliche” sinoviali patologiche
– Cisti meniscali e parameniscali
– Sindromi da iperpressione rotulea
– Fratture del piatto tibiale e delle spine tibiali.

L'intervento chirurgico

Descrizione intervento

L’intervento è eseguito in anestesia spinale o locale permettendo al Paziente di seguire anche le fasi intra-operatorie tramite lo stesso monitor a colori utilizzato dal chirurgo.

Di norma l’intervento è eseguito in regime di day-surgery o one day-surgery, per cui il paziente, in linea generale, può lasciare l’Ospedale nello stesso giorno, o al massimo il giorno dopo, con un bendaggio compressivo e con l’ausilio di un paio di stampelle. A casa dovrà usare una borsa del ghiaccio per 4-5 volte al giorno (10 minuti) per ridurre la possibilità di sanguinamento e iniziare il programma riabilitativo post-chirurgico illustrato nel modulo consegnatole alla dimissione insieme al Kit farmacologico prescritto dal Chirurgo. Dopo circa sette giorni, si possono togliere i punti dei piccoli accessi artroscopici.

Va inoltre segnalato che durante una artroscopia, per la complessità delle lesioni riscontrate, può verificarsi la necessità di passare dalla procedura artroscopica a una artrotomia, ad esempio, per asportare grossi corpi liberi cartilaginei articolari (che non potrebbero passare dai piccoli fori) o recuperare un frammento metallico dovuto alla rottura di uno strumento artroscopico (possibilità dovuta al fatto che si tratta di strumenti molto sottili e delicati).

POSSIBILI COMPLICANZE

Alcune conseguenze “normali” dell’intervento artroscopico possono essere il rigonfiamento dell’ articolazione per versamento articolare ed il dolore alla flessione del ginocchio. Si tratta di disturbi di rapida risoluzione, che tendono a scomparire con la terapia e la riabilitazione nel giro di 7-10 gg.

Talvolta, soggetti reumatico-artrosici, affetti da patologia degenerativa, possono presentare tali disturbi per un periodo più lungo, essendo aspetti della malattia di base e non più dell’intervento artroscopico.

La necessità di dover esplorare in modo completo tutta l’articolazione comporta il dover forzare l’ “apertura del ginocchio”, sollecitandolo in esterno od in interno; questo può comportare un certo grado di dolorabilità laterale sui legamenti collaterali, interni od esterni, nel postoperatorio, come se il ginocchio avesse subito una “distorsione”, anche se in questo caso si tratta di uno stiramento legamentoso necessario.

Altre complicazioni, pur molto rare, da segnalare sono:

– Trombosi venosa profonda con rischio successivo di embolia polmonare (la riduzione del movimento degli arti e il trauma chirurgico potrebbero, in soggetti predisposti, indurre una stasi venosa periferica con distacco di coaguli che, entrati nel circolo sanguigno, possono giungere al polmone e creare una occlusione vascolare con problemi respiratori, anche importanti. Questa complicazione viene prevenuta con l’uso di farmaci anticoagulanti (eparina) e soprattutto evitando l’immobilizzazione a letto, con la prescrizione di camminare già nel giorno stesso dell’intervento);

– Infezione locale del ginocchio (qualunque atto chirurgico può essere complicato da una infezione, sia per germi presenti sulla pelle, resistenti alla disinfezione, sia per arrivo di germi da altre sedi dell’organismo già infettate);

– Lesione della cartilagine femoro-tibiale (lo spazio di manovra dentro l’articolazione del ginocchio è molto esiguo, per cui l’entrata e l’uscita degli strumenti, come pure le manovre chirurgiche possono provocare delle piccole lesioni della cartilagine articolare, in aggiunta a quelle già presenti per fenomeni degenerativi. Si tratta comunque di evenienze rare e che non danno esiti importanti);

– Lesione vascolare con raccolta ematica intrarticolare (tutta la zona del ginocchio, intorno alla rotula, è irrorata da un sistema di vasi arteriosi (arterie genicolate) che possono essere lese nell’esecuzione degli accessi degli strumenti

dentro l’articolazione. Questo può provocare, come diretta conseguenza, la raccolta di una discreta quantità di sangue nel ginocchio, con anche notevole gonfiore. Il problema è comunque limitato dal fatto che una volta che l’articolazione è riempita il sanguinamento cessa.

Da non confondere tuttavia con il già menzionato idrartro post-intervento dovuto molto più semplicemente alla irritazione della capsula sinoviale del ginocchio per le manovre chirurgiche, che provoca una abbondante secrezione di liquido sinoviale, misto a sangue, e che, non venendo adeguatamente riassorbita, può raccogliersi per vari giorni nel ginocchio. È infatti quasi normale trovare al controllo ambulatoriale dopo sette ggiornig questo versamento articolare che tuttavia, una volta aspirato, nella maggioranza dei casi, non si dovrebbe ripresentare).

Pur trattandosi, nel complesso, di complicanze molto rare, tuttavia il paziente ne deve essere a conoscenza, esprimendo al chirurgo artroscopista, prima dell’intervento, l’accettazione consapevole di queste possibilità, come degli altri rischi generici, comuni a tutti gli interventi chirurgici, legati al fatto che si eseguono delle manovre chirurgiche sugli arti e si utilizzano farmaci anestetici locali (con rischi di manifestazioni allergiche).

EVENTUALI INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE

www.medicitalia.it

Dopo l'intervento

Generalmente dopo l’intervento non è possibile utilizzare l’automobile, per tornare a casa è necessario essere accompagnati. E’ normale che il ginocchio si gonfi un po’ e presenti qualche ecchimosi; bisogna rimanere a riposo per alcuni giorni, camminando con 2 stampelle con carico protetto sull’arto operato per circa una settimana. Nei primi giorni dopo l’intervento bisogna evitare di flettere eccessivamente il ginocchio e di rimanere troppo tempo in piedi; è importante mantenere la gamba elevata per il maggior tempo possibile.


FARMACI

Il medico prescriverà profilassi antitromboembolica (iniezioni sottocute) per un periodo variabile a seconda dell’intervento, farmaci antidolorifici e adeguato riposo. Il carico in genere è concesso con due stampelle per 4-5 giorni. È utile mantenere sollevato l’arto il più possibile e applicare borsa del ghiaccio per 20 minuti 2-3 volte al giorno per ridurre l’edema e il gonfiore.


VISITA DI CONTROLLO

Verrà programmata una visita di controllo dopo una settimana dall’intervento, e la rimozione dei punti di sutura dopo 10-15 giorni; solitamente viene programmata un’ulteriore visita di controllo dopo 30 giorni dalla data dell’intervento.
Verrà fornito un libretto informativo con le indicazioni per effettuare gli esercizi di fisioterapia da svolgere a casa. Al termine del trattamento il risultato complessivo si presenta correlato a variabili indipendenti dalla corretta esecuzione tecnica dell’intervento, in relazione a fattori quali risposta biologica, lesioni associate, riabilitazione eseguita.


DICHIARAZIONE EVENTUALE DI ALTRO OPERATORE

L’intervento sarà eseguito da un Medico Chirurgo dell’equipe della S.C. Day-Surgery Multidisciplinare; la firma da parte Sua di questo documento vuole essere la conferma per il medico di avere fornito tali informazioni in maniera che Lei ritiene adeguata e comprensibile e di aver soddisfatto ogni Sua domanda e non solleva il medico dal suo obbligo di diligenza, perizia e prudenza.

Contatti